L’ostetrica.. questa sconosciuta!

Chi è l’ostetrica…?

Recentemente ho fatto un sondaggio, semplice, tra i contatti facebook e whatsapp, chiedendo quale fosse la prima idea o immagine a venirgli in mente se avessero pensato all’ostetrica.

Sapere cosa pensi la gente di questa figura, come viene rappresentata nell’immaginario collettivo, a cosa viene associata… secondo me è il primo passo per capire dove stiamo sbagliando (noi ostetriche, si sono una di loro da qualche mese), per ridere gloria e onore a questa figura professionale… insomma per far capire davvero quello che potremmo fare nella vita di una donna.

Le prime stime dicono che pensare all’ostetrica faccia venire in mente bambini appena nati, associati ad una donna in sala parto con “le gambe fino al paradiso”, cito testualmente, che urla e piange e subito dopo è estremamente felice; altri ancora mi hanno confessato, in privato, di pensare ad una vagina o a dei popcorn che scoppiano… qualcuna ha pensato al dolore e al travaglio lungo innumerevoli ore… altri addirittura a un forcipe, una dottoressa, un’ecografia (…proprio lei che dovrebbe saper vedere con le mani??).

Poi c’è chi l’ha associata alla vita, molti in realtà, ma anche ad emozioni e sensazioni, vissute sulla propria pelle, perché forse, almeno una volta in questa famosa sala parto, hanno vissuto attimi e ore con questa benedetta ostetrica: si è parlato di empatia (mai abbastanza), pazienza (anche questa mai abbastanza…), di protezione e nascita protetta, di sorrisi e battiti, di supporto psicologico, di respirazione, di dolcezza e fiducia.

Ammetto che anche io, prima di intraprendere questa strada, associavo l’ostetrica ai neonati che nascono. Oggi posso dire con la massima sicurezza che avevo una visione molto ma molto riduttiva…

Cosa ne viene fuori da questo mini sondaggio?

Che l’ostetrica è la regina della sala parto e della nascita in sé? Ma non dovrebbe esserlo la mamma e il suo bambino?

Che l’evento nascita è associato sì alla vita… ma anche a medicalizzazione e controllo (vedi il forcipe… Questa cosa mi ha sconvolto), ma soprattutto, che tipo di esperienza deve aver avuto una persona che associa l’ostetrica a questo?

Ne viene fuori che indubbiamente è fondamentale, soprattutto in sala parto, stabilire un patto terapeutico con la donna e la coppia, perché hanno bisogno di sorrisi e fiducia e accoglienza ed empatia, per far sì che la nascita del loro bambino, ma anche di una madre e di un padre, non sia controllata, ma protetta.

Ma l’ostetrica fuori dalla sala parto esiste? Che ruoli ha?

Secondo i dati ufficiali intanto non è più una levatrice dal 1937, ma una professionista sanitaria con autonomia decisionale, indipendenza culturale e operativa e responsabilità professionale.

“La peculiarità dell’intervento assistenziale dell’ostetrica/o è di promuovere e tutelare la salute olistica della donna, in campo sessuale/riproduttivo e dell’età evolutiva, rispetto agli eventi naturali/fisiologici relativi alle fasi del ciclo vitale: la vita intrauterina, la nascita, la pubertà/adolescenza, la gravidanza, il parto, il puerperio, l’età fertile, l’età matura, la menopausa/il climaterio.

Parlare di salute olistica significa per l’ostetrica/o considerare la persona nella sua globalità, dove le componenti mente-corpo-cultura interagiscono tra loro intimamente.”

“Gli ambiti operativi di competenza dell’ostetrica/o sono l’area ginecologica, neonatale e ostetrica. In tali contesti    si prende cura della persona sia da un punto di vista clinico (midwifery cure) che di supporto (midwifery care) nonché educativo/informativo (midwifery educator).

Di fronte alla domanda di salute inerente le manifestazioni naturali del ciclo della vita, l’ostetrica/o agisce in completa autonomia assumendosi la responsabilità dell’intervento assistenziale, mentre di fronte a situazioni potenzialmente patologiche deve chiedere il contributo del medico ed in sua assenza essere in grado di prestare le misure sanitarie indispensabili per salvaguardare la vita della persona.”

Cavolo quante cose può e deve fare un’ostetrica!!

Quindi chiariamo: è la figura autonoma che segue la fisiologia della donna in ogni sua fase di vita, che quando necessario collabora con altri professionisti sanitari o con operatori della salute, integrandosi nel lavoro di equipe.

Lavora secondo i principi di appropriatezza, equità e sicurezza delle cure.

Accompagna la donna nei passaggi di vita, come l’arrivo del menarca, il concepimento, la gravidanza, il parto, il puerperio, la menopausa, il climaterio per assistere la loro normale evoluzione e per proteggerne la fisiologia.

Durante l’adolescenza e le fasi di crescita della donna si adopera per promuovere salute (!), sostenendo ed informando, e facendo quindi prevenzione, sui temi della contraccezione, della sessualità, della salute riproduttiva e del concepimento.

Nella gravidanza, nel parto e nel puerperio l’ostetrica lavora per garantire la salute globale degli assistiti attraverso una continuità dell’assistenza: è competente ed autonoma nell’assistenza alla gravidanza fisiologica, valuta e sostiene la salute di mamma e bambino.

E’ la figura di riferimento per l’assistenza e il sostegno al travaglio e al parto fisiologici, mette in atto le tecniche per il controllo del dolore e promuove la libertà della coppia e il bambino nell’essere protagonisti dell’esperienza, in intimità e consapevolezza, aiutandoli a scegliere dove e come vivere l’evento nascita.

Si prende cura del neonato dopo la nascita e nel primo anno di vita, accompagnandone la crescita e sostenendo la sua relazione con la madre e il padre. Assiste e promuove l’allattamento al seno per il benessere della madre, del bambino e della comunità.

È in grado di identificare le situazioni non fisiologiche in ciascuno degli ambiti in cui lavora, ed indirizzare la donna verso professionisti sanitari chiedendo il contributo del medico.

Quindi dove lavora quest’ostetrica?

La sala parto è solo uno dei possibili luoghi in cui la troviamo, lavora infatti in ospedale, in casa maternità, al consultorio familiare, nel distretto, in libera professione sul territorio, in associazione o cooperative.

Ma sarà davvero sicuro affidarsi all’ostetrica?

Gli studi disponibili indicano che alla continuità dell’assistenza garantita dalle ostetriche, durante la gravidanza, il parto e il periodo post natale, (ma in generale durante tutti i passaggi della vita femminile) si associano benefici quali:

  • Minori ricoveri in gravidanza,
  • Minori interventi ostetrici durante il parto,
  • Migliore percezione dell’esperienza dolorosa ed emotiva,
  • Maggiore frequenza di inizio e di durata dell’allattamento al seno,
  • Minore durata dell’eventuale ricovero del neonato.

Gli studi rilevano anche che le donne a cui è garantita una continuità dell’assistenza da parte delle ostetriche (in gravidanza o per tutto il percorso nascita) sono più soddisfatte delle cure ricevute.

È l’OMS a porre l’assistenza Ostetrica tra le modalità assistenziali di utilità, dimostrate da chiare prove di efficacia, che pertanto devono essere incoraggiate, come primo e più efficace livello di risposta assistenziale.

È fondamentale quindi che ogni donna sappia di poter contare sull’ostetrica lungo tutta la sua vita, e che ogni ostetrica sia consapevole di tutte queste responsabilità (onori è la parola giusta…!)

Sarebbe giusto, oltre che ormai scientificamente dimostrato, parlare di “UNA VITA CON L’OSTETRICA” come tra le migliori risorse che una donna possa avere, e sotto più e più punti di vista!