#SAM2018, Allattamento, L'Ostetrica, scelta

Il meglio per tuo figlio sei tu!

Concludiamo la Settimana Mondiale Dell’Allattamento del 2018 con questa poesia, che racchiude tutto il mio pensiero, ogni mamma sa cosa è meglio per il suo bambino <3

Il meglio è
Il meglio non è il seno.
Non è neanche il biberon.
Il meglio non è prenderlo in braccio.
Non è neanche non prenderlo in braccio.
Il meglio non è posarlo in questo modo.
Non è nemmeno posarlo in un altro modo.

Il meglio non è coprirlo in questo modo.
Non è nemmeno coprirlo in un altro modo.
Il meglio non è dargli il cibo frullato.
Non è nemmeno dargli il cibo a pezzi.
Il meglio non è quello che dice tua madre.
Non è nemmeno quello che dice la tua amica.
Il meglio non è che stia con una babysitter.
Non è nemmeno che vada al nido o che resti con i nonni.
Il meglio non è seguire quel certo tipo di educazione.
Non è nemmeno seguire un altro tipo.

Sai cos’è davvero il meglio?

Il meglio sei tu.
Il meglio è quello che ti fa sentire meglio.
Il meglio è quello che il tuo istinto ti dice che è meglio.
Il meglio è quello che aiuta anche te a stare bene.
Il meglio è quello che ti permette di essere felice con la tua famiglia.
Perché se tu stai bene, loro ricevono il meglio. Perché il meglio sei tu.
Perché se tu ti senti sicura, anche loro si sentono sicuri.
Perché se credi che stai agendo bene, la tua tranquillità e la tua felicità giungono anche a loro.

Perché il meglio sei tu.

Smettiamo di cercare di dire a ogni padre o madre cos’è meglio.

Perché ciò che è davvero meglio per i tuoi figli sei tu.

Cit jaione

 

Ostetrica Elisa

#SAM2018, Allattamento, crescita neonato, L'Ostetrica, scelta, Uncategorized

“Mio figlio ha scambiato il seno per un cuccio”

Quante mamme hanno pensato questa frase? E quante sono state messe in guarda dal tenere “troppo attaccato” il bambino?

Intanto verrebbe da chiedersi da dove derivi una così popolare credenza, alla fine non è proprio il ciuccio un sostituto del seno, insomma la funzione del ciuccio non è esattamente quella di sostituire il seno?

Nella nostra cultura una mamma che allatta spesso, o per diversi mesi\ anni, non è ben vista, anzi, è una donna che si annulla, nel senso più negativo del termine, e cresce l’insidioso pensiero che il bambino “la usi”… Ciò può scavare un solco nella relazione madre- bambino, impedendo loro di entrare in sintonia come natura vuole. Questo curioso consiglio è il cugino (non troppo lontano) dell’indifendibile mito occidentale che i neonati possano “manipolare” i loro genitori, che siano furbi e\o viziati, anche prima di avere la capacità mentale per farlo.

Ma cosa c’è davvero alla base di questo consiglio?

C’è l’ipotesi che il desiderio del bambino per il seno sia ingiustificato; forse se il bisogno di latte del bambino fosse riconosciuto, il ciuccio non sarebbe mai servito? Il punto sembra essere che se il bambino ha poppato “abbastanza” (che poi.. abbastanza secondo chi?), non ha più bisogno di latte, nè di stare attaccato al seno.

Tuttavia, alcuni bambini mangiano più lentamente di altri e viceversa. Il numero di minuti in cui un bambino poppa non ci dicono nulla sul volume di latte consumato.

I bambini a volte poppano senza prendere latte? Può capitare.

Di tanto in tanto potrai notare il tuo bambino tenere in bocca dolcemente il seno mentre è quasi completamente addormentato. In questo caso, il bambino può effettivamente succhiare, ma non bere.

Di solito questo accade nelle prime settimane di vita, in cui le poppate sono spesso molto ravvicinate, di durata variabile, che quasi sembra di allattare senza sosta, ma è esattamente così che il bambino ha modo di crescere rapidamente e incrementare la produzione di latte! Tuttavia, se una madre sostituisce regolarmente un ciuccio al seno in questo periodo, questo può vanificare gli sforzi del suo bambino per far aumentare il latte.

È anche per questo che le maggiori scuole di pediatria raccomandano di allattare a richiesta: cioè ogni volta che il bambino fa intendere di richiedere il seno, non importa quante volte questo accada i una giornata, secondo loro i segnali di fame di un bambino non sono mai irragionevoli!

“L’allattamento insegna automaticamente ai nostri bambini una sana autoregolamentazione”

Tutto ciò presuppone un atto di estrema fiducia verso il bambino, la consapevolezza che sappia quello che voglia e ciò di cui ha bisogno!

I bambini lo sanno care mamme, imparate col tempo a conoscerli, create una relazione fin da subito basata sulla fiducia, l’ascolto e l’osservazione dei segnali che anche un neonato può mandare.

Un allattamento felice e soddisfacente è costruito sulla fiducia della mamma nel suo bambino.

C’è però un’altra cosa estremamente importante da dire!

Il latte materno è una preziosa fonte di nutrimento, ma anche un momento di relazione unico, una relazione non solo fisica ma anche emotiva ed affettiva, tra mamma e bambino.

Attraverso la suzione, il bimbo si sente rassicurato e può cercare di attaccarsi anche se non ha fame!

L’allattamento ha anche questa funzione: creare contatto; non può essere sminuito come un semplice modo di alimentare i neonati; spesso, quando un bimbo si spaventa, per esempio, e piange, coccolarlo e attaccarlo al seno è la migliore fonte di consolazione, entrando subito in rapporto con la mamma

Inoltre, studi scientifici ci rassicurano, se dovesse essercene bisogno, sul fatto che se la mamma vuole dare il seno al bimbo per confortarlo, può farlo serenamente: è naturale e non ci sono controindicazioni psicologiche.

Dobbiamo anche dire che ogni mamma trova col tempo il suo stile di accudimento, che è unico e personale, che possa essere il  seno come conforto o altro…

Ovviamente, se ciò fosse riconosciuto come lecito dalla nostra società, le mamme non sentirebbero questo combattimento interno tra: il seguire il proprio istinto di accudimento, qualunque esso sia, e il creare una relazione “distaccata e composta” mi verrebbe da dire!

Alla fine però quello che più importa è il fatto che ogni mamma dovrebbe capire bene cosa vuole fare davvero, senza sensi di colpa o ansie.

Creare dei luoghi in cui ogni donna può sentirsi libera di esprimere e vivere la relazione con il proprio bambino, usando lo stile di attaccamento che ritiene più giusto per loro due soli, senza dover sentire il confronto con le altre come un giudizio da temere è sicuramente quello a cui aspiro come donna e come ostetrica.

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Ostetrica Elisa

https://www.nostrofiglio.it/neonato/allattamento/mio-figlio-usa-il-mio-seno-come-ciuccio

 

https://www.lllitalia.org/che-cosa-offre-la-leche-league/10019-articoli-genitori/gestione-dell-allattamento/592-che-cosa-si-intende-per-scambiare-il-seno-per-un-ciuccio.html

#SAM2018, Allattamento, crescita neonato, L'Ostetrica, scelta, Svezzamento

“Io avevo poco latte sai…”

Siamo circondate di amiche, colleghe, zie, conoscenti, vicine di casa, e chi più ne ha più ne metta che non vedono l’ora di raccontarci il loro allattamento disastroso, difficile, doloroso… che poi mi chiedo, ma la solidarietà tra donne dove è finita? Le vogliamo incoraggiare queste future mamme o devono sentirsi inadeguate e spaventate ancora prima di iniziare? …

COMUNQUE lo scoglio più grande che viene riferito è quello di “io non avevo latte sai…

Ma può succedere una cosa del genere? Davvero alcune donne non ne producono abbastanza?

La produzione di latte funziona secondo un meccanismo semplice e fantastico: più il bambino chiederà latte, più il nostro corpo ne produrrà!

Quando il latte non viene richiesto, la produzione si interrompe… ecco quindi possiamo dire che IL LATTE VIENE ALLATTANDO!

È poi fondamentale sapere, senza arrivare ai manuali di fisiologia, che la produzione è regolata da due ormoni: la prolattina e l’ossitocina.

La prima stimola le ghiandole a produrre il latte una volta che viene richiesto, perciò entra in circolo durante ogni poppata per preparare la mammella alla poppata successiva; per avere un’adeguata produzione di latte i livelli di prolattina devono essere mantenuti alti; soprattutto all’inizio, quindi, è necessario che il neonato sia attaccato spesso e in modo corretto, che la durata della poppata sia regolata dal bambino stesso, e che la mamma lo allatti anche di notte, quando la produzione di prolattina aumenta, la prolattina ha anche altri effetti: ad esempio fa sentire la madre rilassata o sonnolenta e sopprime l’ovulazione; è per questo che, soprattutto durante i primi mesi di allattamento, la maggior parte delle donne non ha il ciclo mestruale.

L’ossitocina invece, che ne determina la fuoriuscita, la cosiddetta eiezione del latte o riflesso ossitocico, è un ormone che le donne ormai conoscono, perché è presente durante il travaglio e porta le contrazione uterine; questo riflesso può essere stimolato, secondo tutte le modalità in cui si stimola l’ossitocina (vedi ormone dell’amore..) quindi ambienti calmi e rilassanti per mamma e bambino, a volte basta sentire il pianto o vedere una foto o un odore del bambino per far fuoriuscire il latte; ma può essere anche bloccato e\o inibito: situazioni stressanti, poco supporto, ambienti frenetici, dolore intenso o alcool..

L’allattamento materno dipende da un sistema complesso ma molto efficiente, in cui i due attori principali, mamma e bambino, hanno un ruolo preciso l’uno concatenato all’altro.

I pensieri, le emozioni e i sentimenti influenzano notevolmente questo straordinario circolo, ed è per questo che un ambiente sereno e una mamma soddisfatta sono fondamentali per un buon successo dell’allattamento.

Ma, tutto ciò a che serve? Per aumentare la produzione di latte quando risulta davvero necessario!

Controlleremo quindi se l’ambiente attorno a noi è quello giusto, se ci sentiamo supportate, se sentiamo dolore durante la poppata…

Controlleremo che il nostro bambino si attacchi correttamente al seno, se è irrequieto, se attua un meccanismo di suzione corretta (vedi corretto attacco al seno!) …

Ma ricordiamoci che alla base di tutto l’allattamento deve essere di tipo esclusivo (solo latte materno, non serve altro fino ai sei mesi!e a richiesta, e che per aumentare la produzione basta aumentare il numero e la durata delle poppate!

Ora avrai forse le idee più confuse di prima, oppure avrai bisogno di conferme… Non esitare a chiedere aiuto o risposte a persone competenti, cerca la tua ostetrica di fiducia, lei saprà sicuramente starti accanto nel modo giusto!

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Ostetrica Elisa

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https://www.uppa.it/nascere/allattamento/funzionamento-mammella-e-latte-materno/

http://mami.org/la-classificazione-dellallattamento-al-seno-proposta-dalloms/

http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?id=1926&area=saluteBambino&menu=alimentazione

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Dove partorire: possiamo scegliere?!

Dove partorire: possiamo scegliere!?

Negli ultimi anni numerosi studi hanno esaminato i “luoghi del parto”, valutandone pro e contro, analizzando numeri e percentuali, per arrivare a dire quale sia quello più sicuro… o semplicemente per dare un’alternativa!

Ma un’alternativa a cosa? Cosa dobbiamo scegliere? Non si partorisce in ospedale?

“Corsa in ospedale a 200 km\h, la sala parto, il lettino, il ginecologo… e si torna a casa”

…Non funziona così?

No, in realtà no, (non per forza almeno…!)

Ma per scegliere bisogna prima conoscere, partendo dalle basi: ovunque sarà il luogo del parto, è importante che lo sentiate giusto per voi, come afferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità; ogni donna deve avere la possibilità di partorire in un luogo che sente sicuro, in cui sia possibile ricevere assistenza appropriata.

Perché si è tornato a parlare di queste cose? Non bastava l’ospedale? … Perché finalmente è stata rivalutata l’importanza del rispetto verso la fisiologia della nascita, che funziona benissimo già di suo!

Inoltre l’assistenza in travaglio può influenzare il risultato di un parto. E se fare meno fosse la chiave vincente?

Perché devo scegliere?

Perché l’assistenza durante il travaglio può influenzare la donna a livello fisico e psicologico, oltre che la salute del suo bambino a breve e lungo termine. Una comunicazione efficace, il supporto e l’empatia da parte dell’equipe, così come il rispetto delle preferenze della donna, possono aiutarla ad avere il controllo di quanto accade, rendendo la nascita una esperienza positiva per lei e per chi l’accompagna in questo percorso (si, DEVE essere un bel ricordo!!).

La maggior parte delle donne che partoriscono sono sane, hanno una gravidanza fisiologica, vanno incontro a travaglio spontaneo e danno alla luce un neonato dopo la 37a settimana. Nelle maggior parte di queste donne con gravidanza a basso rischio non ci sono evidenze di benefici materni e neonatali per la nascita in sala parto, oggi caratterizzata da troppi interventi ostetrico-ginecologici in fase di travaglio, divenuti routinari, ma spesso inappropriati.

In sostanza, vi chiederete, quali sono queste scelte?

Secondo il NICE (National Institute for Health and Care Excellence in Uk), nel 2014, all’interno delle linee guida “Cure Intraparto: come prendersi cura delle donne in salute e dei loro bebè durante il parto”, ben QUATTRO sono le possibilità:

  • La propria casa
  • La casa maternità (cioè un centro gestito da sole ostetriche)
  • Unità gestite da sole ostetriche ma collocato all’interne di una struttura di ricovero, generalmente accanto alla sala parto; è gestito esclusivamente da ostetriche
  • Si trova sempre all’interno di una struttura di ricovero ed è gestito dal personale medico insieme alle ostetriche

Secondo queste raccomandazioni è uscito fuori un dato tanto scontato quanto fondamentale: il parto di donne con gravidanza a basso rischio, o meglio con molti segni di salute, generalmente è un evento molto sicuro sia per la donna che per il suo bambino; è addirittura fortemente raccomandato che scelgano il domicilio o il centro nascita invece dell’ospedale.

Partendo da questo presupposto ogni donna può scegliere dove partorire e deve essere supportata in ogni sua scelta.

Chi può aiutarti a scegliere? Ovviamente l’ostetrica, che saprà valutare e consigliare, in base alle condizioni di salute di ogni donna e al suo sentire, poiché siamo tutte diverse e non basta un solo protocollo ufficiale, la scelta migliore.

Esistono infatti delle condizioni mediche già esistenti prima della gravidanza o legate alla sua storia ginecologica, o alla gravidanza stessa per le quali viene invece suggerito un parto in ospedale; sarà sempre la tua ostetrica di riferimento che ti supporterà passo dopo passo!

Purtroppo sono ancora molte le persone e i professionisti poco informati che, nonostante le evidenze scientifiche inequivocabili, considerano ancora il parto in casa come un evento rischioso. Gli studi mostrano che il parto in ospedale ha un rischio maggiore di interventi molto invasivi (episiotomia, che in italia ha tassi altissimi, forcipe, ventosa, kristeller…) e cesareo. Mentre non aumentano i rischi per la salute di madre e neonato.

Comunque… ogni luogo del parto dovrebbe garantire il rispetto per la donna come individuo che sta per sperimentare un’esperienza di vita rilevante e intensa dal punto di vista emotivo e non solo!

La donna dovrebbe avere il controllo, essere ascoltata e assistita con empatia e firmare un apposito consenso informato.

Tutti i setting del parto dovrebbero garantire a tutte le donne un’assistenza ostetrica personalizzata e ad personam durante tutto il travaglio, il parto e le due ore seguenti.

Non eseguire o raccomandare interventi ostetrico-ginecologici se il travaglio procede in maniera fisiologica e la donna e il bambino stanno bene.

Tenere SEMPRE in considerazione i bisogni psicologici ed emotivi della donna.

Perché il parto in casa?

Perché ha notevoli aspetti positivi: diminuisce il rischio di complicanze durante il travaglio e il parto rispetto a un parto in ospedale; garantisce alla donna una nascita non disturbata, in modo che la fisiologia della nascita possa funzionare il meglio possibile, e una valutazione individuale: fondamentale per individuare i bisogni singoli delle partorienti e poterli assecondare; il rapporto che si instaura con la donna, consente all’ostetrica di proteggere la delicatezza di questo momento, garantendo e sorvegliando sempre la sicurezza di mamma e bambino, ma permettendo alla donna di lasciare andare il suo bambino a questa nuova vita nel modo più dolce possibile.

A cosa devo fare caso se scelgo un parto in ospedale? Di cosa proprio non posso fare a meno?

  • I papà e i parenti stretti possono essere presenti in sala parto?
  • Quando posso discutere la pianificazione del parto?
  • Ci sono piscine per partorire?
  • Quanto tempo si dovrà restare in ospedale?
  • Ci si può muovere durante il travaglio per trovare la posizione migliore?
  • Qual è la politica in materia di induzione, sollievo dal dolore e monitoraggio di routine?
  • E’ disponibile l’epidurale?
  • Quando si può tornare a casa dopo il parto?
  • Quali servizi sono forniti per i neonati prematuri o malati?
  • Chi aiuterà la neo mamma ad allattare il bambino?
  • I bebè possono restare con le loro mamme per tutto il tempo o c’è una nursery separata?
  • Ci sono orari prestabiliti per le visite?

Detto questo, care mamme, papà e coppie, spero che per voi scegliere il luogo in cui mettere al mondo il vostro bambino diventi frutto di una scelta appropriata, consapevole, serena… spero che vi sia sempre data la possibilità di scegliere per la vostra salute e quella di questo nuovo cucciolo, supportati da evidenze scientifiche e professionisti; ma vi auguro soprattutto di non essere lasciati soli né giudicati, ma sempre supportati in ogni scelta, qualunque essa sia!

Ostetrica Elisa

PS: lascio un ampio elenco di studi e numeri e tabelle che confermano tutto quello che ho scritto sopra;)

PPS: scrivetemi, chiamatemi, qualunque domanda o dubbio o informazione poco chiara… sono qui per questo!!

Bibliografia e siti utili

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20824824

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28165843

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11687063

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28552091

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27793112

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10796198

https://www.nice.org.uk/guidance/cg190/chapter/Recommendations#place-of-birth

http://www.evidence.it/articolodettaglio/209/it/464/linee-guida-per-lassistenza-a-partorienti-sane-e-neonati-e-pe/articolo

http://www.nascereacasa.it/convegno-nazionale-nascere-casa-si-puo/

Fai clic per accedere a NICE-2014-raccomandazioni-per-il-luogo-del-parto.pdf

 

 

L'Ostetrica

Chi è l’ostetrica…?

Recentemente ho fatto un sondaggio, semplice, tra i contatti facebook e whatsapp, chiedendo quale fosse la prima idea o immagine a venirgli in mente se avessero pensato all’ostetrica.

Sapere cosa pensi la gente di questa figura, come viene rappresentata nell’immaginario collettivo, a cosa viene associata… secondo me è il primo passo per capire dove stiamo sbagliando (noi ostetriche, si sono una di loro da qualche mese), per ridere gloria e onore a questa figura professionale… insomma per far capire davvero quello che potremmo fare nella vita di una donna.

Le prime stime dicono che pensare all’ostetrica faccia venire in mente bambini appena nati, associati ad una donna in sala parto con “le gambe fino al paradiso”, cito testualmente, che urla e piange e subito dopo è estremamente felice; altri ancora mi hanno confessato, in privato, di pensare ad una vagina o a dei popcorn che scoppiano… qualcuna ha pensato al dolore e al travaglio lungo innumerevoli ore… altri addirittura a un forcipe, una dottoressa, un’ecografia (…proprio lei che dovrebbe saper vedere con le mani??).

Poi c’è chi l’ha associata alla vita, molti in realtà, ma anche ad emozioni e sensazioni, vissute sulla propria pelle, perché forse, almeno una volta in questa famosa sala parto, hanno vissuto attimi e ore con questa benedetta ostetrica: si è parlato di empatia (mai abbastanza), pazienza (anche questa mai abbastanza…), di protezione e nascita protetta, di sorrisi e battiti, di supporto psicologico, di respirazione, di dolcezza e fiducia.

Ammetto che anche io, prima di intraprendere questa strada, associavo l’ostetrica ai neonati che nascono. Oggi posso dire con la massima sicurezza che avevo una visione molto ma molto riduttiva…

Cosa ne viene fuori da questo mini sondaggio?

Che l’ostetrica è la regina della sala parto e della nascita in sé? Ma non dovrebbe esserlo la mamma e il suo bambino?

Che l’evento nascita è associato sì alla vita… ma anche a medicalizzazione e controllo (vedi il forcipe… Questa cosa mi ha sconvolto), ma soprattutto, che tipo di esperienza deve aver avuto una persona che associa l’ostetrica a questo?

Ne viene fuori che indubbiamente è fondamentale, soprattutto in sala parto, stabilire un patto terapeutico con la donna e la coppia, perché hanno bisogno di sorrisi e fiducia e accoglienza ed empatia, per far sì che la nascita del loro bambino, ma anche di una madre e di un padre, non sia controllata, ma protetta.

Ma l’ostetrica fuori dalla sala parto esiste? Che ruoli ha?

Secondo i dati ufficiali intanto non è più una levatrice dal 1937, ma una professionista sanitaria con autonomia decisionale, indipendenza culturale e operativa e responsabilità professionale.

“La peculiarità dell’intervento assistenziale dell’ostetrica/o è di promuovere e tutelare la salute olistica della donna, in campo sessuale/riproduttivo e dell’età evolutiva, rispetto agli eventi naturali/fisiologici relativi alle fasi del ciclo vitale: la vita intrauterina, la nascita, la pubertà/adolescenza, la gravidanza, il parto, il puerperio, l’età fertile, l’età matura, la menopausa/il climaterio.

Parlare di salute olistica significa per l’ostetrica/o considerare la persona nella sua globalità, dove le componenti mente-corpo-cultura interagiscono tra loro intimamente.”

“Gli ambiti operativi di competenza dell’ostetrica/o sono l’area ginecologica, neonatale e ostetrica. In tali contesti    si prende cura della persona sia da un punto di vista clinico (midwifery cure) che di supporto (midwifery care) nonché educativo/informativo (midwifery educator).

Di fronte alla domanda di salute inerente le manifestazioni naturali del ciclo della vita, l’ostetrica/o agisce in completa autonomia assumendosi la responsabilità dell’intervento assistenziale, mentre di fronte a situazioni potenzialmente patologiche deve chiedere il contributo del medico ed in sua assenza essere in grado di prestare le misure sanitarie indispensabili per salvaguardare la vita della persona.”

Cavolo quante cose può e deve fare un’ostetrica!!

Quindi chiariamo: è la figura autonoma che segue la fisiologia della donna in ogni sua fase di vita, che quando necessario collabora con altri professionisti sanitari o con operatori della salute, integrandosi nel lavoro di equipe.

Lavora secondo i principi di appropriatezza, equità e sicurezza delle cure.

Accompagna la donna nei passaggi di vita, come l’arrivo del menarca, il concepimento, la gravidanza, il parto, il puerperio, la menopausa, il climaterio per assistere la loro normale evoluzione e per proteggerne la fisiologia.

Durante l’adolescenza e le fasi di crescita della donna si adopera per promuovere salute (!), sostenendo ed informando, e facendo quindi prevenzione, sui temi della contraccezione, della sessualità, della salute riproduttiva e del concepimento.

Nella gravidanza, nel parto e nel puerperio l’ostetrica lavora per garantire la salute globale degli assistiti attraverso una continuità dell’assistenza: è competente ed autonoma nell’assistenza alla gravidanza fisiologica, valuta e sostiene la salute di mamma e bambino.

E’ la figura di riferimento per l’assistenza e il sostegno al travaglio e al parto fisiologici, mette in atto le tecniche per il controllo del dolore e promuove la libertà della coppia e il bambino nell’essere protagonisti dell’esperienza, in intimità e consapevolezza, aiutandoli a scegliere dove e come vivere l’evento nascita.

Si prende cura del neonato dopo la nascita e nel primo anno di vita, accompagnandone la crescita e sostenendo la sua relazione con la madre e il padre. Assiste e promuove l’allattamento al seno per il benessere della madre, del bambino e della comunità.

È in grado di identificare le situazioni non fisiologiche in ciascuno degli ambiti in cui lavora, ed indirizzare la donna verso professionisti sanitari chiedendo il contributo del medico.

Quindi dove lavora quest’ostetrica?

La sala parto è solo uno dei possibili luoghi in cui la troviamo, lavora infatti in ospedale, in casa maternità, al consultorio familiare, nel distretto, in libera professione sul territorio, in associazione o cooperative.

Ma sarà davvero sicuro affidarsi all’ostetrica?

Gli studi disponibili indicano che alla continuità dell’assistenza garantita dalle ostetriche, durante la gravidanza, il parto e il periodo post natale, (ma in generale durante tutti i passaggi della vita femminile) si associano benefici quali:

  • Minori ricoveri in gravidanza,
  • Minori interventi ostetrici durante il parto,
  • Migliore percezione dell’esperienza dolorosa ed emotiva,
  • Maggiore frequenza di inizio e di durata dell’allattamento al seno,
  • Minore durata dell’eventuale ricovero del neonato.

Gli studi rilevano anche che le donne a cui è garantita una continuità dell’assistenza da parte delle ostetriche (in gravidanza o per tutto il percorso nascita) sono più soddisfatte delle cure ricevute.

È l’OMS a porre l’assistenza Ostetrica tra le modalità assistenziali di utilità, dimostrate da chiare prove di efficacia, che pertanto devono essere incoraggiate, come primo e più efficace livello di risposta assistenziale.

È fondamentale quindi che ogni donna sappia di poter contare sull’ostetrica lungo tutta la sua vita, e che ogni ostetrica sia consapevole di tutte queste responsabilità (onori è la parola giusta…!)

Sarebbe giusto, oltre che ormai scientificamente dimostrato, parlare di “UNA VITA CON L’OSTETRICA” come tra le migliori risorse che una donna possa avere, e sotto più e più punti di vista!