#SAM2018, Allattamento, crescita neonato, Svezzamento, Uncategorized

“Finché mamma e bambino lo desiderano”… Allattamento prolungato e falsi miti

Cos’è l’allattamento prolungato? .. prolungato rispetto a cosa?

Solitamente si intende l’allattamento al seno oltre il primo anno di vita, per altri addirittura oltre lo svezzamento.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Ministero della Salute e le società scientifiche pediatriche raccomandano l’allattamento al seno, norma naturale di nutrizione ed interazione fra madre e bambino all’interno della famiglia, con modalità esclusiva per 6 mesi ed in seguito, una volta introdotti nella dieta del bambino gli alimenti diversi dal latte materno, fino al secondo anno di vita ed oltre.

Più precisamente l’allattamento dura “fino a quando mamma e bambino lo desiderano” (frase sempre dell’OMS eh..), questo implica il fatto che entrambi ad un certo punto saranno pronti a smettere di allattare.

Questo per il semplice fatto che non c’è nulla di più nutriente e più sano del latte materno.

Alcuni studi antropologici hanno rilevato che, se un bambino ha a disposizione il latte materno senza esserne privato meccanicamente dalla mamma abbandona il seno verso i tre anni.

Ovviamente ogni caso è diverso: ci sono casi di bambini che non ne sentono più la necessità dal primo anno di vita, o più tardi rispetto alla media, verso i quattro anni, casi più rari a 5. Ma il dato medio fa coincidere l’abbandono del seno con la completa maturazione del sistema nervoso centrale, quindi i tre anni.

Oggi solo una corretta informazione e un adeguato sostegno alle può permettere loro di fare scelte consapevoli, oltre ogni pregiudizio.

Ma ha dei vantaggi l’allattamento prolungato? Oppure è solo un vizio, una coccola, un capriccio?

Innanzitutto l’allattamento riduce il rischio di patologie nella mamma come l’osteoporosi, ma anche il tumore al seno e all’ovaio e il livello di questa protezione è proporzionale alla durata complessiva degli allattamenti di quella donna.

Per quanto riguarda il bambino, è sempre stato noto come il latte materno protegga i fragili neonati da pericolose infezioni, ma oggi sappiamo anche che riduce il rischio di insorgenza di numerose patologie immunomediate come la celiachia, il diabete, la sclerosi multipla, le allergie (anche se questo punto è ancora dibattuto).

In una cultura in cui l’accesso alle cure è garantito e facilitato, non sempre il rischio di malattia è però un buon argomento per convincere il partito degli scettici. Quante volte le mamme che allattano a lungo si sentono dire «il tuo latte è acqua», «così non si staccherà mai» oppure «allatti ancora?». In realtà l’apporto nutrizionale del latte materno anche nel bambino più grande continua ad essere importante, si stima che due o tre poppate dopo il primo anno di vita forniscano al bambino 1/3 delle calorie quotidiane.

Diciamo che questa immagine (fonte UPPA) chiarisca perfettamente il concetto: il latte materno anche dopo il primo anno di vita è molto più che acqua!

Torniamo un attimo indietro però… e se davvero fosse solo una coccola? O addirittura un capriccio del bambino?

La funzione più importane dell’allattamento, oltre quella di nutrizione che è, diciamocelo, facilmente sostituita dal latte artificiale; è quella di tipo emotivo e relazionale: il bimbo che ha bisogno (non un vizio o un capriccio) di succhiare e di star vicino alla mamma si staccherà quando sarà pronto a farlo.

Con questo non voglio affermare che tutte le mamme, nel nostro paese e nella nostra epoca, con le difficoltà legate al lavoro, alla delega dell’accudimento e ai messaggi contrastanti di media ed operatori, debbano allattare i bambini fino a tre anni; MA che è giusto che tutti i genitori abbiamo la possibilità di fare delle scelte consapevoli riguardo all’alimentazione dei loro piccoli e, una volta adeguatamente informati e supportati, intraprendano autonomamente il proprio cammino.

Se l’equilibrio si spezza, se la madre veramente non lo desidera più, si cercano strategie per interrompere l’allattamento nel modo meno traumatico possibile per entrambi!

E se il bambino venisse danneggiato da queste coccole eccessive?

L’allattamento prolungato non danneggia il bambino, anzi, come abbiamo detto, apporta numerosi guadagni di salute sia per il piccolo sia per la mamma. Inoltre il bambino allattato a lungo non sarà un mammone per sempre anzi, quando sarà pronto a staccarsi, avrà un bagaglio importante di sicurezza e autonomia. Non esiste un’età precisa in cui i bambini devono abbandonare il seno, lo fanno quando sono pronti o quando la mamma deciderà che è il momento, e lo fanno tutti.

 

Inoltre, citando il tavolo tecnico del ministero della salute del 2014 proprio su questo argomento, diciamo che:

“Si desidera sottolineare in maniera chiara che l’allattamento al seno di lunga durata non interferisce negativamente sulla progressione dell’autonomia del bambino e sul benessere psicologico e/o psichiatrico della madre. Eventuali documentati disagi psicologici o vere patologie psichiatriche del bambino e/o della madre non hanno con l’allattamento al seno un rapporto di causa-effetto, ma sono eventualmente e semplicemente da intendersi come contemporanei ad un allattamento al seno che si prolunga. Risulta al contrario ben provato che l’allattamento al seno contribuisce al benessere cognitivo, emotivo, familiare e sociale del bambino, aggiungendosi al peso determinante dei fattori genetici, delle competenze allevanti familiari e dei fattori socio-economici”.

E voi che ne pensate?

Ostetrica Elisa

.

.

.

.

.

.

Il mio latte non è acqua: come cambia la composizione del latte materno durante la crescita

Allattamento prolungato: quello che c’è da sapere

Fai clic per accedere a C_17_pubblicazioni_2113_allegato.pdf

#SAM2018, Allattamento, crescita neonato, L'Ostetrica, scelta, Uncategorized

“Mio figlio ha scambiato il seno per un cuccio”

Quante mamme hanno pensato questa frase? E quante sono state messe in guarda dal tenere “troppo attaccato” il bambino?

Intanto verrebbe da chiedersi da dove derivi una così popolare credenza, alla fine non è proprio il ciuccio un sostituto del seno, insomma la funzione del ciuccio non è esattamente quella di sostituire il seno?

Nella nostra cultura una mamma che allatta spesso, o per diversi mesi\ anni, non è ben vista, anzi, è una donna che si annulla, nel senso più negativo del termine, e cresce l’insidioso pensiero che il bambino “la usi”… Ciò può scavare un solco nella relazione madre- bambino, impedendo loro di entrare in sintonia come natura vuole. Questo curioso consiglio è il cugino (non troppo lontano) dell’indifendibile mito occidentale che i neonati possano “manipolare” i loro genitori, che siano furbi e\o viziati, anche prima di avere la capacità mentale per farlo.

Ma cosa c’è davvero alla base di questo consiglio?

C’è l’ipotesi che il desiderio del bambino per il seno sia ingiustificato; forse se il bisogno di latte del bambino fosse riconosciuto, il ciuccio non sarebbe mai servito? Il punto sembra essere che se il bambino ha poppato “abbastanza” (che poi.. abbastanza secondo chi?), non ha più bisogno di latte, nè di stare attaccato al seno.

Tuttavia, alcuni bambini mangiano più lentamente di altri e viceversa. Il numero di minuti in cui un bambino poppa non ci dicono nulla sul volume di latte consumato.

I bambini a volte poppano senza prendere latte? Può capitare.

Di tanto in tanto potrai notare il tuo bambino tenere in bocca dolcemente il seno mentre è quasi completamente addormentato. In questo caso, il bambino può effettivamente succhiare, ma non bere.

Di solito questo accade nelle prime settimane di vita, in cui le poppate sono spesso molto ravvicinate, di durata variabile, che quasi sembra di allattare senza sosta, ma è esattamente così che il bambino ha modo di crescere rapidamente e incrementare la produzione di latte! Tuttavia, se una madre sostituisce regolarmente un ciuccio al seno in questo periodo, questo può vanificare gli sforzi del suo bambino per far aumentare il latte.

È anche per questo che le maggiori scuole di pediatria raccomandano di allattare a richiesta: cioè ogni volta che il bambino fa intendere di richiedere il seno, non importa quante volte questo accada i una giornata, secondo loro i segnali di fame di un bambino non sono mai irragionevoli!

“L’allattamento insegna automaticamente ai nostri bambini una sana autoregolamentazione”

Tutto ciò presuppone un atto di estrema fiducia verso il bambino, la consapevolezza che sappia quello che voglia e ciò di cui ha bisogno!

I bambini lo sanno care mamme, imparate col tempo a conoscerli, create una relazione fin da subito basata sulla fiducia, l’ascolto e l’osservazione dei segnali che anche un neonato può mandare.

Un allattamento felice e soddisfacente è costruito sulla fiducia della mamma nel suo bambino.

C’è però un’altra cosa estremamente importante da dire!

Il latte materno è una preziosa fonte di nutrimento, ma anche un momento di relazione unico, una relazione non solo fisica ma anche emotiva ed affettiva, tra mamma e bambino.

Attraverso la suzione, il bimbo si sente rassicurato e può cercare di attaccarsi anche se non ha fame!

L’allattamento ha anche questa funzione: creare contatto; non può essere sminuito come un semplice modo di alimentare i neonati; spesso, quando un bimbo si spaventa, per esempio, e piange, coccolarlo e attaccarlo al seno è la migliore fonte di consolazione, entrando subito in rapporto con la mamma

Inoltre, studi scientifici ci rassicurano, se dovesse essercene bisogno, sul fatto che se la mamma vuole dare il seno al bimbo per confortarlo, può farlo serenamente: è naturale e non ci sono controindicazioni psicologiche.

Dobbiamo anche dire che ogni mamma trova col tempo il suo stile di accudimento, che è unico e personale, che possa essere il  seno come conforto o altro…

Ovviamente, se ciò fosse riconosciuto come lecito dalla nostra società, le mamme non sentirebbero questo combattimento interno tra: il seguire il proprio istinto di accudimento, qualunque esso sia, e il creare una relazione “distaccata e composta” mi verrebbe da dire!

Alla fine però quello che più importa è il fatto che ogni mamma dovrebbe capire bene cosa vuole fare davvero, senza sensi di colpa o ansie.

Creare dei luoghi in cui ogni donna può sentirsi libera di esprimere e vivere la relazione con il proprio bambino, usando lo stile di attaccamento che ritiene più giusto per loro due soli, senza dover sentire il confronto con le altre come un giudizio da temere è sicuramente quello a cui aspiro come donna e come ostetrica.

.

.

.

Ostetrica Elisa

https://www.nostrofiglio.it/neonato/allattamento/mio-figlio-usa-il-mio-seno-come-ciuccio

 

https://www.lllitalia.org/che-cosa-offre-la-leche-league/10019-articoli-genitori/gestione-dell-allattamento/592-che-cosa-si-intende-per-scambiare-il-seno-per-un-ciuccio.html

#SAM2018, Allattamento, crescita neonato, L'Ostetrica, scelta, Svezzamento

“Io avevo poco latte sai…”

Siamo circondate di amiche, colleghe, zie, conoscenti, vicine di casa, e chi più ne ha più ne metta che non vedono l’ora di raccontarci il loro allattamento disastroso, difficile, doloroso… che poi mi chiedo, ma la solidarietà tra donne dove è finita? Le vogliamo incoraggiare queste future mamme o devono sentirsi inadeguate e spaventate ancora prima di iniziare? …

COMUNQUE lo scoglio più grande che viene riferito è quello di “io non avevo latte sai…

Ma può succedere una cosa del genere? Davvero alcune donne non ne producono abbastanza?

La produzione di latte funziona secondo un meccanismo semplice e fantastico: più il bambino chiederà latte, più il nostro corpo ne produrrà!

Quando il latte non viene richiesto, la produzione si interrompe… ecco quindi possiamo dire che IL LATTE VIENE ALLATTANDO!

È poi fondamentale sapere, senza arrivare ai manuali di fisiologia, che la produzione è regolata da due ormoni: la prolattina e l’ossitocina.

La prima stimola le ghiandole a produrre il latte una volta che viene richiesto, perciò entra in circolo durante ogni poppata per preparare la mammella alla poppata successiva; per avere un’adeguata produzione di latte i livelli di prolattina devono essere mantenuti alti; soprattutto all’inizio, quindi, è necessario che il neonato sia attaccato spesso e in modo corretto, che la durata della poppata sia regolata dal bambino stesso, e che la mamma lo allatti anche di notte, quando la produzione di prolattina aumenta, la prolattina ha anche altri effetti: ad esempio fa sentire la madre rilassata o sonnolenta e sopprime l’ovulazione; è per questo che, soprattutto durante i primi mesi di allattamento, la maggior parte delle donne non ha il ciclo mestruale.

L’ossitocina invece, che ne determina la fuoriuscita, la cosiddetta eiezione del latte o riflesso ossitocico, è un ormone che le donne ormai conoscono, perché è presente durante il travaglio e porta le contrazione uterine; questo riflesso può essere stimolato, secondo tutte le modalità in cui si stimola l’ossitocina (vedi ormone dell’amore..) quindi ambienti calmi e rilassanti per mamma e bambino, a volte basta sentire il pianto o vedere una foto o un odore del bambino per far fuoriuscire il latte; ma può essere anche bloccato e\o inibito: situazioni stressanti, poco supporto, ambienti frenetici, dolore intenso o alcool..

L’allattamento materno dipende da un sistema complesso ma molto efficiente, in cui i due attori principali, mamma e bambino, hanno un ruolo preciso l’uno concatenato all’altro.

I pensieri, le emozioni e i sentimenti influenzano notevolmente questo straordinario circolo, ed è per questo che un ambiente sereno e una mamma soddisfatta sono fondamentali per un buon successo dell’allattamento.

Ma, tutto ciò a che serve? Per aumentare la produzione di latte quando risulta davvero necessario!

Controlleremo quindi se l’ambiente attorno a noi è quello giusto, se ci sentiamo supportate, se sentiamo dolore durante la poppata…

Controlleremo che il nostro bambino si attacchi correttamente al seno, se è irrequieto, se attua un meccanismo di suzione corretta (vedi corretto attacco al seno!) …

Ma ricordiamoci che alla base di tutto l’allattamento deve essere di tipo esclusivo (solo latte materno, non serve altro fino ai sei mesi!e a richiesta, e che per aumentare la produzione basta aumentare il numero e la durata delle poppate!

Ora avrai forse le idee più confuse di prima, oppure avrai bisogno di conferme… Non esitare a chiedere aiuto o risposte a persone competenti, cerca la tua ostetrica di fiducia, lei saprà sicuramente starti accanto nel modo giusto!

.

.

.

.

Ostetrica Elisa

.

https://www.uppa.it/nascere/allattamento/funzionamento-mammella-e-latte-materno/

http://mami.org/la-classificazione-dellallattamento-al-seno-proposta-dalloms/

http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?id=1926&area=saluteBambino&menu=alimentazione

Allattamento, crescita neonato, scelta, Uncategorized

FORZA DONNE, POSSIAMO FARLO!

La prima cosa a cui io ho pensato immaginando l’allattamento è stata “Che bello… Spero di riuscirci anche io…”

E poi “Ma perché non dovrei riuscirci? Siamo fatte apposta no?”

Ecco si… partiamo da qui, lo sappiamo come siamo fatte? Come funzioniamo?

Il nostro seno è una struttura ghiandolare complessa, l’insieme di alveoli, lobi, lobuli e dotti galattofori che lavorano in modo perfetto tra di loro che, con la compartecipazione di ormoni ben precisi, hanno lo scopo finale di produrre latte.

Chiariamo quindi una cosa: tutte noi siamo fatte così, a prescindere dal tessuto adiposo, dalla forma della mammella, dalla simmetria o l’uguaglianza tra i seni (che diciamocelo una volta per tutte: non sono mai perfettamente uguali) … siamo fatte per nutrire i nostri cuccioli, per garantire la sopravvivenza della specie ecco, come ogni altro mammifero!

Non solo, ma durante la gravidanza il seno subisce un ulteriore sviluppo, che avviene solo in gravidanza, aumentando la grandezza di tutte le parti della ghiandola, fin dai primi mesi di gestazione… si prepara nel modo migliore possibile, affinché al momento giusto tutto sia pronto!

Donne, ragazze, future mamme… possiamo stare tranquille, tutte noi possiamo, se vogliamo, allattare: non c’è forma del capezzolo che tenga!

 

Ma quindi il latte come esce? Durante una danza perfetta tra due ormoni: prolattina e ossitocina, uno produce il latte, l’altro ne permette la fuoriuscita… il latte viene spinto dagli alveoli, ai lobuli, a dotti fino a fin fuori dal capezzolo.

 

Ma il segreto più grande e meraviglioso dell’allattamento (come se non bastassero tutte le scoperte fatte fino ad ora…)  È che il latte viene prodotto solo quando viene richiesto, ma richiesto da chi? Dal bambino ovviamente!!!(Ma questa è un’altra storia… Non perdetevela)

…FORZA DONNE, POSSIAMO FARLO!

 

crescita neonato, Uncategorized

Ho appena partorito e mi hanno regalato la bilancia.. che ci faccio???

“Ho appena partorito e mi hanno regalato la bilancia… devo pesarlo sempre??”

Questa è una delle domande più frequenti che una neomamma si fa preoccupata, giustamente, che il suo bambino cresca e il suo latte, se lo allatta, sia sufficiente…

“Chissà se avrò abbastanza latte…”

“Mah, sono solo poche gocce…”

Ancora alcuni pediatri e ostetriche, purtroppo, consigliano la “doppia pesata”, che consiste nel pesare il neonato PRIMA di attaccarlo al seno e di ripesarlo DOPO la poppata per valutare se il neonato prende abbastanza latte ogni volta che mangia.

Questo però si scontra col principio fondamentale dell’allattamento a richiesta, “tecnica di allattamento” che andrebbe consigliata e supportata in ogni situazione, in quanto è la più fisiologica e naturale: il bambino mangia infatti QUANTO e QUANDO vuole, regolandosi in base al SUO senso di fame e di sete, sarà normale quindi che alcune poppate dureranno di più e altre di meno! È bene ricordare poi che il latte, anche durante una singola poppata, cambia tra l’altro la sua composizione: più liquido all’inizio per soddisfare la sete e più nutriente dopo per soddisfare la fame… sarà lui a decidere in base ai SUOI BISOGNI quanto latte prendere!

A cosa serve quindi la doppia pesata se il nostro bambino mangia in questo modo?

A cosa serve sapere quanto latte ha preso se la poppata dopo potrebbe prenderne di più e quella dopo ancora molto di meno?

Sicuramente a creare ansia, a rimanere attaccate ai numeri di una bilancia piuttosto che ad osservare se il nostro bambino stia bene o meno, a non fidarsi del proprio intuito di mamma che ci dice che lui sta bene, anche se quella poppata ha preso un po’ meno latte del previsto (che poi… previsto da chi??), a non fidarsi delle competenze che ogni bambino ha e ai messaggi che ci manda.

Come faccio allora a capire se il bambino sta crescendo e sta bene? Che strumenti ho?

  1. Pipì e cacca: controllare il numero di pannolini che bagna (almeno sei volte al giorno) e che la pipì sia limpida e abbondante e che faccia la cacca, questo è il primo segno fondamentale di un bambino che mangia abbastanza
  2. Suzione: durante la poppata controllate la posizione, che l’attacco al seno sia corretto e potrete sentire i rumori che fa mentre deglutisce, esattamente come noi
  3. Durata: lasciate il comando a lui, lui stabilirà la durata della poppata (alcuni bimbi, specialmente se molto piccoli, si stancano facilmente, fanno molte pause e le loro poppate saranno più lunghe)
  4. Soddisfazione: un bambino sazio, così come noi, una volta finito sarà tranquillo e rilassato, e se piccolo molto probabilmente si addormenterà
  5. Colorito e visione globale: ogni mamma, continuamente a contatto con il suo neonato, sa come sta, sa il suo stato di benessere generale.. anche solo notando che le tutine ormai vanno strette!
  6. Peso: controllate il peso dal pediatra o con l’ostetrica… una bilancia per casa potrebbe farvi cedere… come raccomandato scientificamente solo una volta a settimana sempre lo stesso giorno per il primo, una volta al mese successivamente.

In media un neonato recupera il peso della nascita entro i 10 giorni di vita, cresce 125-150 gr a settimana e 500 gr al mese… ricordiamoci però che siamo diversi, non c’è uno stampino né una misura che valga per tutti!!!!

È una lista molto lunga di cose da notare, quasi tutte però vengono osservate spontaneamente da una neomamma che di solito “non perde di vista il suo bambino neanche un attimo”… il peso è solo una di queste cose, tra l’altro l’unica che non possa fare da sola, le serve quantomeno una bilancia.

Cosa possiamo regalare allora invece di una bilancia?

  • Tempo: lasciare una mamma e il suo bambino insieme, attaccati, liberi di coccolarsi e nutrirsi allattando
  • Supporto: “stai facendo un ottimo lavoro, si vede proprio che sta bene!”
  • Incoraggiamento: per fidarsi del suo istinto e delle competenze del suo bambino
  • Magari una fascia porta bebè: per farli stare sempre “vicini vicini”, diventeranno imbattibili!

 

Ostetrica Elisa